Siamo tutti dei cani in questo mondo irreale - Alessio Piazza - Ciclope film

Siamo tutti dei cani in questo mondo irreale

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Ago
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Francesco Di Mauro, giovane regista siciliano diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia Sede Sicilia e con alle spalle comprovate esperienze di regia cinematografica e teatrale a livello nazionale ed internazionale, ha presentato quest’anno al pubblico il suo ultimo cortometraggio: Oh, ma che bel cane!

La visione di questo prodotto ci ha lasciati un pò confusi, tanto da indurci a guardarlo più volte. Inizialmente non capivamo se fosse semplicemente un film banale o se ci fosse qualcosa di più, nascosto tra le righe.

Francesco Di Mauro - Oh, ma che bel cane! - Ciclope film

A sinistra il regista Francesco Di Mauro, a destra l’operatore di macchina Luca Gennari

In apertura due uomini passeggiano per le vie di una città ricca di storia com’è Viterbo, scambiandosi alcune opinioni sull’attuale stato  dell’arte e della cultura in Italia. Questa prima sequenza ha un sapore idilliaco: perfette location, colonna sonora fresca e gioiosa e un argomentazione che potremmo definire politically correct. 

Tutto vira verso un chiaro rimando all’immaginario della pubblicità progresso, alla ricerca della perfezione, ad una condizione di benessere che cela però oscure premonizioni. Questo quadretto da “sogno americano” viene a dissolversi nel momento in cui la passeggiata si trasforma in una lucida critica alla società “moderna”. È così che la superficiale perfezione di questo mondo crolla vertiginosamente.

Fotogramma Oh, ma che bel cane! - Ciclope film 3

Max Vado e Alessio Piazza in una scena di Oh, ma che bel cane!

Montaggio e colonna sonora, da questo momento, diventano protagonisti. Non si ammettono parole o dialoghi all’infuori della semplice, ma ormai terrificante frase Oh, ma che bel cane! , strillata in faccia ad una malcapitata donna e al suo simpatico barboncino bianco.

Le azioni prive di senso dei due uomini, reiterate in maniera ossessiva, producono nello spettatore una sensazione di completo straniamento. Questa aberrante situazione che si viene a creare raggiunge l’acme nel momento in cui anche quella frase risulta essere superflua, e tutto si conclude in un vortice di parole (e non solo!).

La narrazione visiva è studiata in maniera oculata: non banale è la scelta delle ottiche e ricercati sono i movimenti di macchina che si rivelano essere strumenti significanti.

Fotogramma Oh, ma che bel cane! - Ciclope film

Anna Ferraioli Ravel in una scena di Oh, ma che bel cane!

Ottima la regia e la scelta degli attori: Alessio Piazza e Max Vado si confermano ancora una volta grandi interpreti (anche in situazioni paradossali come in questa pellicola); di forte impatto l’espressività di Anna Ferraioli Ravel, che ha interpretato la sfortunatissima padrona del cane; e, in chiusura, è incluso un piccolo cammeo riservato ad una giovane (e coraggiosa) attrice, Mariachiara Signorello, in una delle sue prime apparizioni sul grande schermo.

Sul set di Oh, ma che bel cane! 2

Sul set di Oh, ma che bel cane!

Siamo convinti che in soli otto minuti sia stata descritta con cinica ironia una dolorosa riflessione sulla decadenza dell’arte e della società, portata avanti in primis dall’arroganza di un certo retorico intellettualismo che ama definirsi “a servizio della cultura”.

La vita può subire ma può anche ribellarsi! Chissà, poi, se tutto ciò potrà bastare…

Quanta attualità in questa breve opera cinematografica!  

Il corto di Di Mauro, riuscitissimo a parer nostro, si presta ad essere una di quelle istantanee della società contemporanea, destinate a durare nel tempo.


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